...dal mio punto di vista
...dal mio punto di vista
Il progetto “...Dal mio punto di vista”
E’ un progetto sulla prevenzione agli incidenti stradali e di sensibilizzazione studiato in collaborazione con Associazione Habilia e il Centro di Riabilitazione Villa Il Sorriso ASL 10 di Firenze. E’ prevista la realizzazione di un film-documentario, registrato dai pazienti volontari del centro di riabilitazione con la collaborazione di ragazzi, prof. e genitori della Rete. I “reporter”, che affiancheranno i giovanissimi flautisti a tutti i concerti, avranno modo di verificare le difficoltà ogni volta riscontrate nel tragitto per arrivare al luogo di concerto.
Il progetto è in ricordo di Alice Sturiale.
nella foto Vito e Paolo al Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze
Laura
Flautissimo 2013 - Sala S. Cecilia - Parco della Musica di Roma
Un gioco di Andrea Fantoni
Livorno – Il cerchio Tagliato dei suoni di S. Sciarrino ISSM P. Mascagni di Livorno 13 aprile Terminal Crociere.
L'inizio sembra un gioco, quasi un divertimento. Poi se riesci a mettere da parte la stupidità e entri in pieno nella parte che per tua fortuna, al momento, devi solo recitare, cominci a capire che il Mondo non è quello che sei abituato a vedere, toccare e usare. Esistono dimensioni diverse che non hai considerato e che non comprendi proprio per la mancanza di attenzione.
Abituati come siamo a correre, non vediamo chi accanto a noi non può farlo ma si ingegna per poter stare al nostro passo e rendere la propria esistenza il più normale possibile. Ma cos'è la "normalità"? Vivere a cento all'ora la frenesia del momento o frenare la corsa e "allungare" il momento per farlo diventare un "tempo"?
Devo ringraziare chi mi ha offerto l'opportunità unica, di riflettere su questi concetti in una giornata per me particolare anche per situazioni familiari. E forse, siccome niente avviene per caso, questo insieme di incastri è servito per darmi la giusta concentrazione per una meditazione che mi consentisse di uscire dalla mia dimensione per entrare in quella di chi per forza e non per scelta si ritrova a combattere tutti i giorni, ogni instante, con l'indifferenza di una realtà che non vorrebbe subire.
Mi accorgo, che tutto diventa fatica, superare uno scalino di due centimetri mi fa perdere la pazienza, anche la cosa più elementare devi guadagnartela come quella di volere accavallare le gambe e non poterlo fare se non ti aiuti con le mani. Il cervello comanda, ma gli arti non rispondono.
Devi abituarti a ragionare in un modo diverso. L'ambiente e il momento erano veramente particolari, la sala, le note e l'atmosfera che si andava creando avevano un tono quasi magico e non mi accorgevo di chi mi guardava con curiosità o peggio ancora con compassione. Inaspettato, ma desiderato ecco Lorenzo. Mi guarda e scuotendo la testa comincia a darmi consigli su come fare a muovermi senza rischiare di ribaltarmi.
Mi sono sentito un imbranato!
Ci mettiamo vicini e cominciamo a parlare. La semplicità e la tranquillità con cui mi racconta le sue disavventure in contrapposizione alla sua voglia di vivere, mi commuovono. Sento un senso di disagio, vorrei rimetterlo in piedi ma comprendo che solo il Signore può compiere miracoli, e non solo riportando le cose all'origine, ma facendo si che le stesse se modificate possano ritrovare equilibrio e stabilità. In quel momento ho compreso che cosa è la normalità. Non esiste il "diversamente abile", ovvero "tutti lo siamo!" La cosa che più mi colpiva erano gli sguardi e gli atteggiamenti servili di chi incrociavamo, e rivivevo gli stessi comportamenti che anche io adottavo in situazioni simili. Mi sono vergognato! Una volta nella vita bisognerebbe provare tutti a scambiarsi le parti con quelle degli altri, vivere le loro necessità aiuterebbe a capire dove non sbagliare e migliorare il quotidiano di tutti. Ho voluto vivere quei momenti fino in fondo, e nel ritornare da solo verso la macchina, mentre attraversavo quell'enorme piazzale sul porto, mi sentivo indifeso e piccino e spingendomi con la carrozzina verso l'uscita guardandomi intorno, alzando lo sguardo verso il cielo stellato in parte coperto dalle nubi, mi è venuto da pensare:
"Boia, e se comincia a piovere?"
Grazie ancora. Andrea
Un giorno insolito Sofia Di Fiore
Teatro Colombo di Valdottavo Lucca
Una giornata indimenticabile di Caterina Goriup
Una giornata indimenticabile di Caterina Goriup docente di flauto I.C. "D.Alighieri" di Staranzano (GO)
Alle nove e mezzo di un sabato mattina mi ritrovo ad altezza bambino, consapevole di stare seduta su questa sedia con le ruote per il resto della giornata, e piombo in una dimensione socio-spaziale completamente sconosciuta. Intanto, scopro che il tempo ha un altro valore: per ogni spostamento devo attendere che qualcuno mi aiuti. Scendere dal taxi, salire le scale, bere semplicemente un caffè al bar sono tutte cose che per me sono state difficili senza l'aiuto di altri. Quando trovo un tratto di pavimento liscio e in piano sono felice perché mi sento libera e posso rimanere finalmente da sola (cosa che mi piace). Gli sguardi ed i sorrisi dei passanti li scopro diversi, ed anche se sono circondata da persone che mi vogliono bene e si prendono cura di me, ho il desiderio di provare a fare tutto da sola. A metà giornata la schiena comincia a farsi sentire, mi fa male insieme al collo, per parlare con chiunque bisogna guardare sempre verso l'alto e l'immobilità mette a dura prova la mia pazienza. Ho diretto dalla carrozzina più di trenta giovanissimi flautisti, sono stati bravissimi, anche perché per vedermi dovevano suonare in punta di piedi. Già di mio sono intollerante al glutine, e grazie alla Rete Regionale Flauti Toscana e alle iniziative “in crescita” ho accettato volentieri di vivere questa giornata "diversa" e mi sono potuta organizzare con un pranzo al sacco "gluten free". Sono una donna sportiva, per cui questa giornata per me è stata, se possibile, ancora più difficile per la situazione in cui mi sono trovata costretta. Da quando sono tornata a casa racconto a tutti questa esperienza e vado ripetendo che alcuni comportamenti che a noi bipedi possono sembrare "solo" maleducati (parcheggiare "un attimino" l'auto con due ruote sul marciapiede, o sui passaggi pedonali, occupare parcheggi riservati) sono spesso per coloro che si spostano con la sedia a rotelle una chiara limitazione della libertà, cosa che ritengo gravissima. Ringrazio i docenti della Rete ed i ragazzi e spero che questa iniziativa prosegua e ne faccia nascere di nuove, perché queste son cose che fanno bene all'anima.
Dal punto di vista di Sofia di Sofia La Verghetta 15 anni
Dal punto di vista di Sofia di Sofia La Verghetta 15 anni
Lucca: 15 febbraio 2013 master del M° Filippo Rogai e concerto della Rete Regionale flauti Toscana all'Istituto Superiore Studi Musicali "Boccherini" di Lucca
Il punto di vista è quella cosa che varia a seconda della posizione in cui ti trovi, a seconda del modo in cui guardi le cose, che può cambiare semplicemente stando in piedi o a sedere, e non sempre si ha la possibilità di scegliere: a volte seduto sulla carrozzina ci stai un giorno, come me, altre volte ci puoi stare molto tempo.
La mia esperienza è durata dodici ore: dall’arrivo a Lucca fino al ritorno a Firenze, vorrei innanzitutto ringraziare la Rete che mi ha dato la possibilità di viverla, perchè credo che sia molto importante per ragazzi della nostra età guardare le cose in un altro modo, per cercare di capirle meglio. Inizialmente confesso che avevo preso la faccenda un po’ alla leggera, ma poi dopo ogni minuto passato a sedere sulla carrozzina ho dovuto cominciare a ricredermi, e alla fine della giornata quando tutti facevano battute su quanto per me era stato riposante ho ribattuto che non era vero, perché l’unica cosa che avevo potuto muovere per tutta la giornata erano le braccia. Credo che il progetto che stiamo portando avanti, “Dal mio punto di vista”, è l’unico che ci può aiutare a oltrepassare veramente le barriere architettoniche perché vivendole le cose si capiscono molto meglio, e di conseguenza si possono combattere.
Una giornata con Lorenzo di Benedetta Quagliarella
Una giornata con Lorenzo insieme alla rete regionale dei Flauti di Benedetta Quagliarella 12 anni
Inizio queste righe descrivendo cosa è per me la Rete Regionale dei Flauti: è un’esperienza incredibilmente coinvolgente, con il nostro professore di flauto Antonio Barsanti proviamo i brani scelti da lui e dagli altri professori della rete e poi ci ritroviamo con le altre scuole; questo ci permette di conoscere nuovi amici, e suonare con loro è
un’esperienza incredibile. Quando le scuole della rete sono tutte presenti siamo circa 100 flautisti che suonano insieme. Attraverso la rete dei flauti ha vissuto una nuova esperienza perché non solo suoniamo, ma condividiamo progetti, “I progetti in crescita” che comprendono:
Il concerto “Gluten Free”, in collaborazione con l’Associazione Italiana celiachia-toscana.
Il progetto “...Dal mio punto di vista”, contro ogni barriera mentale e architettonica
Ogni volta che ci incontriamo una scuola a turno estrae un allievo il quale ha la possibilità di provare personalmente cosa si prova stando seduti su una sedia a rotelle.
Ad ogni incontro partecipa un ragazzo di nome Lorenzo, che non ha più l’uso delle gambe dopo un brutto incidente stradale. Lorenzo collabora con il Centro di Riabilitazione Villa Il Sorriso ASL 10 di Firenze, è sempre presente ai nostri concerti.
A Siena il 17 gennaio in occasione della lezione Concerto all’ISSM Franci”, questa esperienza è toccata a me, e voglio descrivervi quello che ho provato.
Sono andata incontro a Lorenzo e l’ho visto arrivare mentre parcheggiava l’auto; questo mi ha sorpreso molto perché dentro di me ero convinta che, non avendo più l’uso delle gambe, non potesse guidare.
Da solo è riuscito a tirare fuori dalla macchina la carrozzina e con la forza delle braccia si è seduto.
Chiacchierando con Lorenzo ho saputo che questo è possibile, se le macchine vicino alla sua sono parcheggiate nella maniera corretta lasciandogli lo spazio per aprire completamente lo sportello.
Lorenzo ha portato una seconda carrozzina dove mi sono seduta.
Credevo che fosse facile, ma non lo è.. ti servono dei “muscoli”molto sviluppati.. devi imparare ad usarla correttamente, per esempio come agire quando trovi un piccolo scalino o altri oggetti che ti possono ostruire il passaggio.
Grazie a Lorenzo ed ai suoi consigli sono riuscita ad arrivare nella sala dove abbiamo eseguito i brani; devo dire che non è stato facile rimanere tutto il tempo immobile sulla sedia perché io non ci sono abituata…
Questa esperienza mi ha toccato nel profondo e sono convinta che d’ora in poi farò molta più attenzione alle barriere architettoniche, perché solo se tutti noi ci comportiamo nella maniera corretta Lorenzo e tutte le persone che non hanno l’uso delle gambe possono condurre una vita come tutti noi.